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Interferenti endocrini: come evitarli?

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Interferenti endocrini: come evitarli?
Vik Asma

Da: Vik

2 mesi fa

Bisfenolo Al, ftalati, chlordecone, polibromurati... Sono ovunque, nelle foreste, negli abissi marini e possono ritrovarsi anche nel nostro corpo! Non sono molto noti, eppure alterano la funzionalità ormonale e sono associati a un aumento delle diagnosi di diversi tumori (seno, testicoli, ovaie, prostata), malattie croniche (diabete, obesità...) e tutte patologie legate agli ormoni. 🔍 

Gli interferenti endocrini (IE), come suggerisce il nome, alterano il sistema endocrino.  
 

Cosa sono? Come influiscono sulla salute? Come si possono evitare? 

 

Che cos'è un interferente endocrino? 

Il termine "interferente endocrino" è stato utilizzato per la prima volta nel 1991 in occasione della conferenza Wingspread, che ha messo in luce la graduale comparsa di questo problema ambientale diventato poi una problematica di salute pubblica. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), "un interferente endocrino è una sostanza o una miscela che altera le funzioni del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo integro, della sua progenie o delle (sotto) popolazioni ". Il sistema endocrino è costituito da tutte le ghiandole e le cellule che producono ormoni e li rilasciano nel sangue. Un ormone è quindi una sostanza chimica prodotta da una ghiandola (ipofisi, tiroide, ovaio e tante altre...). Questi ormoni rappresentano degli stimoli che regolano, tra l'altro, la crescita, la pubertà, la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, il sonno, la fame, la libido...Il sistema endocrino è quindi un sistema di comunicazione tra gli organi, essenziale per il corretto funzionamento dell'organismo. 

 

In che modo gli interferenti endocrini alterano il sistema ormonale? 

Essi possono agire in diversi modi: imitando l'azione di un ormone naturale; legandosi ai recettori degli ormoni naturali; interferendo o bloccando il meccanismo di produzione o regolazione degli ormoni o dei recettori, alterando così le concentrazioni di ormoni presenti nell'organismo. 

 

Come influiscono sulla salute?  

Gli ormoni naturali o sintetici (estrogeni, testosterone, progesterone) sono una delle principali fonti di interferenti endocrini. Comunemente utilizzati per la contraccezione o nei trattamenti per l'infertilità, vengono rilasciati in parte nelle urine e nelle feci, il che rappresenta un rischio indiretto in quanto raggiungono l'ambiente naturale: "Persistono nell'ambiente per molti anni e possono essere trasferiti da un comparto ambientale all'altro (suolo, acqua, aria, ecc.) molti anni dopo essere stati prodotti", osserva l'Istituto nazionale francese per la salute e la ricerca medica (Inserm).  

Un secondo gruppo di IE, molto più ampio, comprende tutte le sostanze chimiche e i prodotti industriali che possono interferire con il sistema endocrino umano o animale. Secondo un rapporto dell'OMS del 2012, quasi 800 sostanze chimiche sono elencate come interferenti endocrini noti o sospetti, tra cui pesticidi, plastificanti, farmaci (distilbene, antidolorifici come il paracetamolo e l'aspirina), cosmetici (parabeni), ecc. Il chlordecone, un insetticida organoclorurato utilizzato in passato nelle piantagioni di banane, in particolare in Guadalupa e Martinica, dove ha contaminato il suolo, l'acqua e alcuni alimenti di origine vegetale e animale, è classificato come possibile prodotto cancerogeno per l'uomo (Gruppo 2B) dalla IARC. Prescritto negli anni '50 e '60 per prevenire gli aborti spontanei, il dietilstilbestrolo (DES) è stato vietato in Francia nel 1977 in seguito alla scoperta di un legame tra la somministrazione di DES a donne in gravidanza e l'insorgenza di tumori uterini, mammari e vaginali nelle figlie delle madri trattate.  

L'esplosione dell'impianto di pesticidi ICMESA di Seveso, in Italia, nel 1976, ha evidenziato l'effetto dell'esposizione alla tetracloro-dibenzo-diossina sullo sviluppo del cancro. La diossina rilasciata durante questo incidente (nota come diossina di Seveso) è classificata come cancerogeno umano (Gruppo 1) dalla IARC. Anche il ruolo degli ftalati, presenti praticamente in tutti gli articoli in polivinilcloruro (PVC) (tende da doccia, palloni, tovaglie, anelli per la dentizione, colle, ecc.) è controverso nell'insorgenza dei tumori. 

 

Come evitare gli IE? 

Le conoscenze sugli interferenti endocrini sono in continua evoluzione, poiché la ricerca sull'argomento è recente. Ci sono ancora molte incertezze sulle capacità di molte sostanze chimiche di perturbare il sistema endocrino, soprattutto perché i meccanismi d'azione degli interferenti endocrini sono estremamente complessi. Tuttavia, è noto che gli IE sono dannosi anche in dosi minime e che sopravvivono a lungo nell'ambiente. Senza saperlo, possiamo quindi toccarli, ingerirli o respirarli, anche molto tempo dopo che siano stati prodotti. 

 

Gli interferenti endocrini possono entrare in contatto con l'organismo: 

  • Ingerendo alimenti contaminati da sostanze presenti negli imballaggi in plastica, da alcuni residui di pesticidi (cereali e piante contaminati attraverso i terreni agricoli) o dall'acqua, 
  • Per inalazione di aria o polvere inquinata da prodotti domestici, mobili, pesticidi, ecc. 
  • Attraverso il contatto con la pelle (indumenti, occhiali, cosmetici, detergenti, ecc.).   

In alcuni settori professionali, come l'agricoltura (uso di prodotti fitosanitari), l'industria farmaceutica (produzione di ormoni) e l'industria chimica (produzione di pesticidi, materie plastiche, ecc.), i lavoratori possono essere esposti a determinati PE in dosi più elevate rispetto alla popolazione generale. La loro protezione è prevista dal Codice del lavoro. Ad esempio, nel 2014, il governo francese ha adottato la prima strategia nazionale sugli interferenti endocrini, che ha l’obbiettivo di sviluppare ricerca, monitoraggio e regolamentazione per prevenire e limitare l'esposizione della popolazione a queste sostanze, in particolare dei soggetti più vulnerabili (donne in gravidanza, bambini), ed è ora parte del terzo piano nazionale salute-ambiente (PNSE3). 

  

È impossibile eliminare gli interferenti endocrini dalla nostra vita quotidiana, ma alcune buone abitudini possono contribuire a limitare la nostra esposizione a queste sostanze: 

  • Arieggiare la casa ogni giorno (almeno 10 minuti); 
  • Lavare i vestiti nuovi prima di indossarli (così come i giocattoli); 
  • Evitare di usare la plastica per conservare o riscaldare gli alimenti. 

 

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