Come la mia condizione di salute mi ha reso più consapevole dal punto di vista ecologico


Da: Vik
4 mesi fa
Qualche anno fa, per quanto possa essere contraddittorio, un viaggio dall'altra parte del mondo mi ha aiutata a capire i problemi ecologici che stavamo affrontando.
Infatti, passando più tempo nella foresta o in campagna, scoprendo i benefici delle piante o della biodiversità, ho capito che la Natura era un grande dono. Mi sono resa conto di quanto fosse importante preservarla. Viaggiare ha risvegliato in me la mia coscienza ecologica.
Lungi da me l'idea di farti venire un'ondata di eco-ansia. Voglio piuttosto condividere con te il mio viaggio di paziente alla ricerca di equilibrio tra coscienza ecologica e vita quotidiana con la malattia.
Accettare il fatto che vita quotidiana da paziente non può essere "zero rifiuti".
Conciliare la nostra vita quotidiana di pazienti con le nostre scelte ecologiche non è sempre facile.
Nel mio caso, soffro di eczema e avere una cura della pelle che non produca tanti rifiuti è un sogno irrealizzabile. I prodotti naturali non sono sempre consigliato o utili per le persone come me che hanno una pelle sensibile. Ogni volta che ne provo uno (con l’accordo del mio medico), la mia pelle non lo sopporta e sono costretta e lasciarlo inutilizzato, gettarlo o darlo ai miei cari.
Questa dissonanza tra le mie azioni e i miei pensieri diventa spesso difficile da sopportare. Quindi mi sono sempre chiesta: “Come posso combinare la mia consapevolezza ecologica e la mia vita quotidiana con la malattia?
Prendersi cura della propria salute attraverso un consumo più consapevole.
Qualche anno fai, mi sono resa conto dell'impatto dei nostri consumi sulla nostra salute e sull'ambiente: alimenti, cosmetici o prodotti per la casa, l'industria tessile o l'allevamento.
Per prima cosa mi sono scontrata con il peso mentale della malattia, a cui si aggiungeva quello dell'ecologia e dell'impegno necessario, anche dal punto di vista economico.
Ho deciso di limitare il consumo di prodotti trasformati in cucina e di ridurre il numero di abiti nel mio armadio, ho trovato lentamente l'equilibrio tra ciò che volevo e ciò che potevo fare.
"Fare la propria parte" è importante, ma l'ecologia è politica. Implica una revisione del modello economico e sociale, una transizione globale.
Quindi sì, mi sento ancora in colpa quando faccio il bagno: un eterno alleato della mia pelle o quando utilizzo la macchina e non la bicicletta. Non sempre ho la possibilità di fare acquisti locali.Tuttavia, prendendomi cura della mia salute attraverso un'alimentazione di miglior qualità, o scegliendo prodotti di seconda mano e meno tossici, mi prendo cura di me e dell'ambiente che mi circonda.
Il messaggio che voglio mandarvi è quello di continuare a prendersi cura del nostro pianeta e della nostra salute. Ricordatevi che è importante per ogni azione che volete intraprendere, e che può avere ripercussioni sulla vostra salute, di chiedere consiglio al vostro medico! Lui/Lei saprà indirizzarvi al meglio!
Migliorare la propria salute mentale per affrontare meglio i cambiamenti ambientali.
Grazie a diverse opere, ho scoperto che la nostra mente può avere un impatto sul nostro corpo. Saltiamo la parte in cui ti dico "il senso di colpa è nella tua testa", e andiamo al punto. Lo stress è innanzitutto fisiologico e, se dura troppo a lungo, nuoce al nostro corpo.
Più sono consapevole delle problematiche della società, più provo emozioni forti come impotenza, rabbia o ansia (eccola, l'eco-ansia). Queste emozioni amplificano la mia ipersensibilità e hanno quindi un impatto considerevole sul mio livello di energia o sulla mia voglia di agire.
L'utilizzo di strumenti di rilassamento e una terapia psicologica mi permette di superare il disagio della malattia e l'ansia generata dai cambiamenti ambientali.
Imparando a sentirmi meglio nella mia pelle, ritrovo il coraggio e la fiducia per andare avanti nella vita e per partecipare alla transizione ecologica attraverso scelte di consumo più responsabili.
Di fronte a questa realtà ansiogena, sempre più persone si ritrovano nelle definizioni di eco-ansia o quella che viene chiamata "solastalgia". La "solastalgia" è legata al lutto per ciò che è già andato perduto, mentre l'eco-ansia è legata a ciò che potrebbe accadere nel futuro.
Ognuno di noi ha un percorso diverso, ma quando la malattia bussa alla porta, spesso abbiamo difficoltà ad agire secondo i nostri valori. Tu come vivi la tua malattia e la tua consapevolezza ecologica? Hai qualche consiglio da condividere con me?
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